CAPITOLO IV
Vanessa
Torino, Corso Agnelli, h. 14,30
Su una panchina di pietra, cerco un po' d'ombra e di chiarezza di idee.
In pieno rebound ormonale, mi senso svuotato e privo di desideri.
Tra l'altro non mangio da stamattina.
Aspettavo la scopata del secolo, ho rinunciato ad Elisa, mi son lasciato scappare la bella pugliese (quando mai mi ricapita un'occasione del genere!), mi è apparsa mia moglie nel momento meno opportuno, e ho buttato via rose faticosamente sudate.
Non c'è via di scampo, serve un colpo d'ala.
Con un budget residuo di vu, cerco una prospettiva, che consenta alle mie cellule di leydig di secernere nuovo testosterone.
Sfoglio febbrilmente gli annunci sull'aifòn, ma naturalmente complice il sole non trovo nessuno di quelli che cerco: niente siciliana dei boccaponci, niente studentessa tridentina, niente colombiana di via Chiesa della salute.
I miei numeri non rispondono.
Per scaricare la frustrazione, parto in puttantour verso Grugliasco, qualcosa mi verrà in mente.
Come sempre, quando ci sono di mezzo le picie, il mio altrimenti spiccato senso dell'orientamento va a p... (anche lui).
Così che, dopo numerosi giri viziosi, visito Beinasco, poi mi trovo all'imbocco di una fabbrica, poi dalle parti di un campo nomadi.
Dall'altra parte di una rotonda vedo una bella biondina in short. Cerco di raggiungerla per intervistarla. Giro due volte intorno alla rotonda senza mai centrare l'uscita. (Fuck off!)
Raggiungo corso Allamano, intravedo un paio di tipe, ma non ho più voglia di fermarmi.
Mi fermo in un bar.
Sono quasi le 17.00. Gli ormoni adesso vanno un po' meglio.
Incrocio via Barletta: Maria venezuelana sta a due passi, la rivedrei volentieri: non risponde.
Procedo verso corso Siracusa.
Mi torna in mente l'albanese del mattino, quella del culotto. In zona Sabotino, mi pare, c'era una Vanessa rumena che le somiglia abbastanza.
Chiamo: muto.
Due minuti dopo, mi arriva lo squillo.
“Ciao, sei libera?... Purtroppo però ho solo vu...”
“Vieni pure”.
Torino, piazza Sabotino, h. 17,15
Parcheggio infernale.
“Sono in piazza” “vieni in via Venasca”.
Altri 300 m; arrivo col fiatone.
Mi apre, in slip e reggiseno, la stessa ragazza delle foto, solo che nelle immagini sembra una donna, nella realtà è una ragazzina giovane come l'aglio.
Magra magra appartiene a quella schiatta di romulane coi fianchi stretti, le cosce sottili, e il torace piatto, forse conseguenza di un'infanzia di privazioni.
Il musetto è più che grazioso, illuminato da un sorriso perfetto e occhioni ridenti.
Carina, non c'è che dire.
Fa un po' la picchiatella e posa da bambina piccola, il che non mi fa impazzire, le preferisco più donne.
Si esprime come un'otr, che probabilmente anche è, e fa un certo effetto sentirle dire: “allora scopiamo” mentre si denuda.
Sul letto c'è un computer portatile che trasmette filmati musicali, con il quale smanetta durante il rapporto.
Su quest'ultimo non c'è molto da dire, se non che l'atteggiamento ricalca quello delle otr.
La bellezza però compensa lo scarso coinvolgimento, così che non ho alcuna difficoltà a rispettare i tempi pattuiti.
No tassativo al bacio e, in teoria anche al daty, che pure di fronte ad un po' di intraprendenza concede, rimanendo del tutto indifferente e continuando ad armeggiare col computer.
Brevi preliminari naturali, resi interessanti dal piercing sulla lingua.
Mugolii abbastanza realistici.
Qualche chiacchiera ancora prima di andare...in fondo è una brava ragazza.
“Buona fortuna!” (forse torno).
segue