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http://escortinn.org/Girl-Bologna-ItGP1157.phpCITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Tania / TaniaB
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': 23/24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: BJ, RAI1, DATY, 2shot
RATE DI PARTENZA: VU+20
RATE CONCORDATO: 2VU+40
DESCRIZIONE FISICA: 1,75, molto carina di viso, il resto come da foto
ATTITUDINE: Calma, Allegra, GFE
REPERIBILITA': Buona
LOCATION: OK
BARRIERE ARCHITETTONICHE: Piano -1 con rampa di scale
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IDX96a6c521619621eab6fdaf3266e41e81 RACCONTO (Titolo: Il caffè della sera, una rece a colori)
C’è una Bologna, che non è la Bologna dei portici e dei torresotti, e non è nemmeno quella del Nettuno e di S. Petronio.
È la Bologna appena fuori le mura, è quella del rosa sbiadito degli stabili governativi, dalle linee sobrie oltre il limite dello scialbo.
Ci sono i blu, i neri, i bianchi, di quelle pitture murali ormai in parte scrostate.
Le moderne architetture geometriche di palazzi ardesia e rosso, fanno da contrappunto al giallo ed al mattone dei vecchi ruderi dell’epoca industriale che si affacciano sul Navile, quando questo riaffiora dalle viscere della città.
C’è il verde, di quella piccola porta…
… E poi c’è lei. Quello splendido gioiello color d’ebano.
C’è tutto quello che vedi nelle foto ed anche un’aspettativa per nulla tradita, anzi lautamente ripagata, in quello che le immagini, per privacy, mantengono oscurato.
Le lunghe gambe, scure come il caffè, che salgono esili fino a che non intravedi quella scultura rotonda e poi quei seni piccoli che puntano verso l’alto e, dopo un metro e settantacinque arrivi a quel viso giovane ed allegro, con labbra carnose, scure come una ciliegia matura. Quella ciliegia che, causa i miei vizi, non potrò assaporare fino in fondo.
Lavaggi di rito, poi torno nell’alcova per prendere il mio caffè.
Non è un caffè forte, ma vellutato, fatto di sguardi, carezze ed assoluta calma, ma non passività, perché la guardo e devo dire che la ragazza sa bene come portarmi in temperatura.
Lascio a lei il compito ed i movimenti per far sbollire la prima moka.
Però la seconda tazzina voglio prepararmela io, e così faccio.
Lei apprezza, io la macino lentamente , finché non è il momento di tornare alla fiamma, al fuoco vivo.
Questa volta la lascio sul fornello, non è il caffè che voglio, non subito.
Voglio mantenere fissa l’ebollizione, continuare a percepirne gli aromi ed i suoni, a vote un po’ esagerati, vederne i sorrisi e le tonalità, mentre ci si inverte come una caffettiera napoletana.
Il caffè è servito… ma manca lo zucchero.
Quello lo mette lei, con le risate, con l’allegria e la simpatia tipiche delle ragazze che vengono da quel verde Brasile dove il caffè nasce.
Ritorno entro le mura, nella città dei portici e delle torri, dei vecchi palazzi rosa e gialli, delle serrande grigie, screziate dai toni fluorescenti dei graffiti spruzzati sopra.
Sono questi i colori di Bologna, ma li vedo diversi, questa sera, quasi velati. D’un sottile velo color del caffè che mi è rimasto negli occhi.