Oggi fanno esattamente 50 giorni dal 9 marzo. Tanti, troppi.
Se faccio un resoconto di questi quasi due mesi mi sembra proprio di averli buttati, di non aver vissuto, di non aver consumato la vita, di non aver condiviso niente se non qualche telefonata o videochat con i pochissimi amici che ho, è vero sono un eremita di fondo.
La solitudine non mi ha mai pesato più di tanto, fin dai tempi della scuola che ero messo un po da parte per via dei brufoli che impestavano la mia faccia, per niente gradevole da vedere, estraniato da feste di classe o incontri di studio a casa dei compagni.
Questo ha un po’ condizionato il percorso della mia esistenza in tutti gli ambiti, mi ha dato un potere razionale di dirmi che non avevo bisogno di nessuno, stavo bene da solo, l’essere umano si adatta a tutto mi sono sempre detto. Il conforto lo trovai sui libri, a 7 anni sapevo già leggere bene. Salgari e Verne i miei idoli da bambino.
Giorni tutti esattamente uguali nei gesti, nei pensieri, nelle azioni quasi a voler cancellare qualunque novità quotidiana, passerà presto mi sono sempre imposto di raccontarmi impunemente. Qual maldestro pensiero.
Invero non che prima componessi le mie giornate di festa con chissà quale tipo di socialità, tutt’altro, a parte dal lunedi al venerdi in ufficio, diversamente dalle attuali.
Perché dico giornate di festa, perché son tutte domeniche per me questi giorni.
E la domenica a parte uscire per fare due righe di spesa, niet!
Pantofolaio sono e rimango, unica compagnia la lettura e la radio.
Ma mi sono accorto che leggere non mi andava, non prestavo attenzione, non mi dava nulla, niente rimaneva della pagina appena letta che spesso dovevo leggere due volte e dopo un paio di giorni ho smesso.
Leggere non deve essere uno sforzo per farmi passare il tempo, un tappabuchi temporale, un far scorrere gli occhi su parole che alla riga dopo non mi ricordo il significato, deve essere un piacere che mi accresce e mi immette tra le pieghe della materia grigia informazioni più o meno veritiere.
Che poi non è grigio il cervello, la definizione di "materia grigia" deriva in realtà dal voler forzatamente differenziare questa parte del tessuto nervoso dalla controparte bianca.
Si perché bisogna tener presente che nessun libro è una verità, è la verità dello scrittore, quindi non asserzioni assolute e sta a noi trattenere ed assimilare ciò che potrà essere utile come bagaglio culturale o ludico.
Sveglia intorno alle 4.30-5.00, non ho mai dormito molto anche da piccolo: chissà da chi ho preso…in famiglia sono sempre stati tutti dormiglioni.
Colazione spesso salata, non una volta mi son fatto due spaghi al pomodoro, una volta anche una carbonara, quando mi alzo dal letto al mattino sono perfettamente sveglio subito e ho appetito.
E dopo che faccio? La giornata è lunga e lavoro non ne ho.
Ho provato a guardare la tv che peraltro non l’ho mai amata ma mi sono poi accorto che tutto è ripetuto, da canale a canale ripropinando tra loro il film o il documetario più volte nell’arco della settimana, uno schifo totale, oppure ore e ore di chiacchere inutili da format in cui presenziano personaggi esperti di tutto e su tutto decantando numeri su numeri. In Italia si danno sempre i numeri quasi a voler suggellare e convalidare le più bislacche teorie o accuse strampalate.
Tanto come fai fai in questo paese, non sta mai bene a nessuno. Individualisti siamo.
Quindi come ho passato questi giorni? Perché sono passati nel bene o nel male tra momenti di sconforto, di tristezza, di umore ballerino che passa in un minuto di palo in frasca, di pensieri non spesso piacevoli che mi hanno portato a ricordi sopiti e a volte sgradevoli.
Del tipo che ti dai uno scossone quasi a voler scacciare quella malsana riflessione.
E una volta mi decido a rimettere in ordine la cucina e dare una pulita a fondo, in fondo non ci sono le pulizie di Pasqua? Faccio un armadietto e smetto, passo il tempo a pulire? Che tristezza.
Poi ebbi la malsana idea di dare un’ordinata alle carte: bollette, comunicazioni e quant’altro di cartaceo ti ritrovi a casa, si perché in quest’epoca digitale la quantità di carta che ricevi in merito alle piu varie espletazioni burocratiche, sono ancora enormi ma 15 minuti e mi ero già stufato.
Tutto in una bella scatola e ci penseremo mi son detto.
Mi scattò poi la fregola di andare a guardare le vecchie fotografie, ne ho scatole da camicia piene.
Anche li dopo averle tirate fuori con l’intento di dargli un senso, magari per periodo, ho smesso quasi subito e ho ricacciato il tutto dove stava prima.
Dai, mettiamo in ordine i libri, mi son detto. Sono centinaia, con delle pile ne ho fatto dei comodini. L’intento era di dargli un senso per argomento e autore.
Bene, tirati giu 3-4 scaffali e mesi per terra, ho smesso dopo una mezz’ora.
Perché?
Perché il su e giu mi aveva scassato la schiena già provata e non certo sana, quindi rimetti tutto a buggiulucco, alla rinfusa insomma e sicuramente peggio di prima. Anche questo passatempo si rivelò malsano e palloso.
Una volta alla settimana spesa, almeno esco senza preoccuparmi della coda.
Almeno esco e piglio aria e mi faccio un giro in bici.
Si ma poi?
Tutto quello che mi sono potuto inventare, l’ho tentato ma mai portato a termine fino in fondo.
Lucidare le pentole, pulire i lampadari, riordinare i cassetti della biancheria, dividere il vestiario invernale dall’estivo, togliere le ragnatele dagli angoli più remoti e che non vedi quasi mai se non le cerchi, lavare le fodere del divano, lucidare l’argenteria, riordinare lo sgabuzzino ma è durato meno di 5 minuti perché poi ho chiuso la porta e ciccia, togliere la polvere anche dove di solito non te ne frega niente dove sia, rammendare federe un po scucite in un angolo, rifare l’orlo a quei pantaloni che tanto so che non metterò mai più, riattaccare quei bottoni alle camicie ma poi chissenefrega, quella la parte sta nei pantaloni e il bottone può non servire.
Che palle.
Ma allora che ho fatto per far passare la giornata?
Ho imparato a dormire a comando, per non pensare, per non far si che il cervello lavori e non pensi alla situazione attuale, passata o futura, ho dormito molto si durante la giornata.
E poi un filo di cucina che nei primi giorni mi ha quasi divertito ma che oggi come oggi mi ha veramente rotto i coglioni, apro il frigo e mi cibo di quel che trovo anche perchè odio lavare i piatti. Quindi spesa mirata alla velocità esecutiva del cibo senza tanto sbatti.
E siamo arrivati ad oggi e il tempo è passato.
Conclusione questi 50 giorni son passati e basta, ma non vissuti.
Domani?
Ps: ho imparato a fare la pasta per la pizza ma non i pomodori secchi sott’olio.