Serena
Driiin Driiin.
Suona il telefono.
Numero sconosciuto e io lascio suonare e partire la segreteria, cosi sento chi è.
“Serena…Serena…Sono Leonardo…rispondi so che ci sei…daiiiii…”
Ma è la voce di…accidenti è Leonardo.
“Leo, oh…” dico.
“…ah…Serena, buongiorno come butta?
“Na merda Leo, ci si fa una pizza? mi devo sfogare sennò rompo qualcosa, ho una rabbia addosso che…mmmmmmmhh”
“Che minchia è successo?”
“A casa, fine contratto no rinnovo, vaffanculo”.
“A facc ro cazz! Dai ti passo a prendere tra un’ora, fatti bella”.
“Percheeè, sono brutta di solito? Che stronzo che sei”.
“Ma no che cazzo centra, truccati, mettiti in ordine meglio del solito, non esci mai e la volta che lo fai ti metti in ghingheri no? A volte sei pallosa sai?”.
“Vaffanculo”
“Anche tu”
“A dopo”.
“Ok”.
Leonardo è un amico, un caro amico e anche molto amico dei maschietti piu giovani.
Lo conosco da sempre si puo dire, riservatissimo per se ma buon ascoltatore e confidente.
Quando eravamo alla MPG insieme, ormai sono ventanni, ne abbiamo combinate di ogni foggia e specie.
Mi conosce e spesso mi ha aiutato con la sua riguardosa presenza a superare quel che non pensavo mai potesse accadere.
Cosa mi metto? Guardo l’armadio e non ho nulla porca vacca.
Vabbè al solito tubino verde petrolio, ballerine di vernice nera con fiocco di Ferragamo, un regalo di Leonardo per Natale.
Un ritocco di insieme al faccia che mi sembra sempre piu quella di una vecchia, rughine e rughette…tramonto del viso ma non del corpo per fortuna, una via di mezzo noooo?
Un filo di mascara Son pronta e suona il citofono. Scendo.
Leonardo mi guarda ammirato, lo sento. Già mi sento meglio, almeno qualcuno mi guarda e apprezza.
Da casa mia alla solita pizzeria al trancio son 15 min di auto.
Parcheggio non è un problema, c’è il super vicino ed è sempre libero.
Cerchiamo un angolino un po defilato lontano da orecchie lunghe e sempre in ascolto di quelli che non si fanno mai i cazzi loro.
Arriva il cameriere che sembra il fratello più brutto di Igor.
Parla col naso e non si capisce un tubo, vabbè tanto dobbiamo dir noi la comanda, ortolana per me e gorgonzola e funghi per Leo, birre medie alla spina.
“Senti ma perché non ti metti a fare incontri in casa?” mi sento dire e contemporaneamente mi risale dalla gola il morso appena dato alla pizza che per quanto ho parlato io ora è tiepida.
Cazzo: ti ho appena raccontato che mi han licenziata, sono sola, mi sento sfigata, ho cinquantanni e mi dici di fare la T...?
“Una escort!!!” urlo quasi. I tavoli vicini si girano, sorrido a smorzar la scena.
“Si” dice Leonardo, accomodandosi meglio sulla sedia e con sguardo serissimo.
Diceva sul serio, penso subito. E’ serio, si.
“Oppure la fluffer.”
“Flu che..?
“Fluffer, la preparatrice dell’attore alla scena porno, guadagnano bene e non è detto che devi scopare, basta fare delle seghe al massimo dei pompini ma non fino alla fine, la fine è per la scena”
E se la ride lo scemo.
Lo guardo esterefatta, ma l’idea di far soldi facili non mi dispiace. Ma cosi però…non me l’aspettavo.
“Cos’è ti fa schifo? Se ti metti a far incontri bene o male scegli a chi ti va di darla e poi ci fai l’abitudine e i paletti li metti tu, pensaci cara Serena.”
Il mio sguardo deve essere da beota ma ci sto ragionando, velocemente e mi faccio paura.
“Ma non è pericoloso? E poi non è che posso far venire a casa mia chiunque, il condominio mi darebbe addosso e gia non sono in buoni rapporti e poi ti sembra che abbia il fisico giusto, le tette reggono ancora ma il resto sta un appassendo e poi c’ho la pancetta che avanza…non so se sia ancora appetibile e non so se ne sarei capace mi fa un po paura sta cosa…ma come ti vengono ste idee?”
“Mi vengono perché è un nuovo modo di far quattrini senza faticar tanto, insomma tanto nuovo no ma oggi come oggi dove il lavoro manca è un sistema che voi donne potete sfruttare e non vi rendete conto che avete un bancomat illimitato in mezzo alle gambe, basta tapparsi il naso e il gioco è fatto, so per certo che lo fa ogni tanto la portinaia del mio palazzo quando vuole comprarsi qualcosa che non potrebbe permettersi e guarda che lei è un po un pesce palla per nulla attraente ma deve essere zoccoletta al giusto secondo me.”
“E tu che ne sai della portinaia?”
“ Ho la finestra della cucina che da sul cavedio da dove si vede l’entrata del suo appartamento oltre il gabbiotto e ci vedo a ore balzane entrare e uscire uomini dopo poco piu di mezz’ora, certo non tutto il giorno ma un paio di volte al giorno si e cosa vuoi che facciano secondo te? Bevono il tè?”
“Ah ma allora sei un guardone Leo, che maiale”
“Vai a cagare Serena, sai che esco poco perché scrivo e ogni tanto quando sento sbattere il portone son curioso e vado a vedere, ecco tutto.”
“Si va be ma lei è lei e io sono io, lei sarà zoccolinda dentro e io no”
“Per me lo sei anche tu basta che la fai uscire la tua z...ggine latente insita peraltro in tutte le donne e metti da parte i moralismi.”
Rimango li a guardarlo e a ragionare su quanto mi ha detto Leo, cerco di figurarmi nella parte della maliarda procacciatrice di uomini ma non ci riesco anche se la cosa mi intriga un casino, tanto che quasi non mi accorgo che abbiamo finito e ci siamo alzati, Leo ha pagato e siamo in strada.
Mi sto facendo un film e non credo mi piaccia ma si sta delineando.
“OH ci sei?” Mi fa Leo vedendomi assente.
“Si ci sono e sto analizzando il tutto cioè tutto quello che mi hai detto ma la fluffa no di certo ma fare incontri ci puo stare anche perché ultimamente non batto chiodo da quel lato”
“No fluffa ma fluffer…comunque ci sei quasi, pensa che puoi scopare senza coinvolgimento e decidere chi…bhe certo qualcuno dovrai fartelo andar bene ma non penso sia una fatica o no…”
“Faticoso no certo basta che sian puliti, pretenderò che si facciano una doccia prima ma devo risolvere il problema logistico dell’andirivieni che non credo sia facile”
“Quello penso lo possiamo risolvere, ti dico domani, devo fare un paio di telefonate”
“Chi devi chiamare un magnaccia?”
E sorrido malefica guardandolo in cagnesco.
“No stupidotta…niente del genere, ora vai a nanna e domani ci sentiamo. Tu pensaci e cerca di entrare nel ruolo, poi ti aiuto io”
“Mi fai da protettore? Si dai proteggimi che poi ti faccio lo sconto…”
Siamo arrivati a casa, la mia mente mica registra ciò che sta avvenedo, tutto scorre velocemente.
“Ma vai da dar via i pè Serena, buonanotte”.
“Notte Leo…”
Ho dormito a sprazzi, mi sono rivoltata nel letto decine di volte, ho fissato la luce del lampione sotto casa che si rifletteva sul soffitto per un tempo indefinito e poi mi alzo anche se sono le 6 e rotti perché non ce la faccio piu a stare nel letto.
Sono anche un po sudaticcia.
Quel che mi ha detto Leo ieri sera mi ha spiazzato: o pensa che sono una T... anzi una possibile T... e questo mi infastidisce non poco o c’è del vero nelle sue parole, con la vita che ha fatto in passato non ho dubbi che crede veramente fattibile il progetto che mi ha esposto e ora davvero vorrei sapere quel…domani ti dico…vabbè intanto mi faccio il caffè tanto lui ha detto che prima delle 9 non passa…e una bella doccia rigenerante, bollente, da almeno 15 minuti.
Leo è arrivato poco dopo le 9 e mi ha esposto il suo progetto...il suo progetto...il progetto che ha per me e devo dire che ci può stare.
Un suo amico parte per il Giappone, fa il modello (e te pareva) e ci starà per un annetto e la sua casa rimane vuota perchè non si fida ad affittarla a nessuno.
Come sia riuscito Leo a convincerlo a prestargliela non lo voglio sapere ne forse lo saprò mai, ma è una casetta semiindipendente in via XX Settembre, riservata e fuori da sguardi indagatori.
Intorno son tutti palazzi di un certo tono e ville ottocentesche e per la maggior parte dell’anno i ricchi proprietari non ci sono.
Il costo? Pagamento delle spese condominiali, luce e gas.
“Ma chi è il tuo amico modello, parente di Rockefeller? e glielo dico ridendo a presa per il culo.
“Niente del genere, famiglia Xxxxx, ti basta?”
“Ah...mi basta si.”
“Che si fa, si fa un saltino a vedere il tuo nuovo ufficio?” mi dice.
“Ma chi ti ha detto che ho preso in considerazione la tua balzana idea, oh presuntoso...non ci vengo, non voglio fare la z...!”
Sto volutamente facendo la ritrosa offesa ma mi sa che se ne è reso conto, mi conosce.
Mica mi posso far vedere subito accondiscendente, echecazzo.
“Alza il culo e usciamo e comincia a sceglierti un nome, poi ti espongo il resto della mia idea sul tuo futuro”.
“Ah perche te sai gia quale sarà il mio futuro, ma vai adar via i pè...Leo”
Mi guarda con il sopracciglio alzato a dire...ti conosco mascherina!
“Ti muovi? Non ho tutto il giorno per star qui a convincere una che si è già quasi convinta.”
E mi guarda sornione, che piffero che è.
Ha capito che ha fatto breccia ma mica gleila dò vinta cosi presto, anche se si...si ci voglio provare, ho bisogno di soldi: modifico il proverbio...tanti, maledetti e subito.
Via XX settembre, via blasonata ricca di belle case. gente con la grana, ah però mica male la zona,
Fatto sta che saliamo a vedere l’appartamento con un ascensore stile liberty tenuto ammodo, terzo e ultimo piano.
No custode, ottimo.
Il pianerottolo ha delle belle kenzie e c’è solo questo di alloggio al piano e la cosa mi aggrada assai.
Leo mi fa vedere tutti i locali, gran lusso davvero, farò un figurone con i clienti, cribbio mi sono già immedesimata, ma sono davvero io o è la parte z... che c’è in me e che non conoscevo?
“Ti piace?”
“Cavolo si Leo di brutto anche, una location della madonna”
“Lo sapevo, devi sono cominciare cara la mia Serena”
E si siede su uno dei due divani in pelle bianca, alla moda.
“Ora dobbiamo pensare all’annuncio da fare”
“Lo scrivi tu? Io non saprei nemmeno da dove cominciare”
“Già fatto, ecco...”
E mi porge un foglio dattiloscritto.
Gradevole italiana si concede a signori riguardosi del proprio aspetto e rispettosi di una donna che può farli divertire. Fisico tutto naturale e morbido, non sono una giovincella ma ho ancora il mio perchè e so di piacere agli uomini. Chiedete e vi sarà dato. Tel XXXXXX, Serena.
Ha preferito usare il mio nome, ha ragione tanto con cambia nulla.
Due foto in intimo con viso oscurato.
“No dico, famme capì Leo, sto chiedete e vi sarà dato che vuol dire? Devo dargli anche il culo? Devo farmi pisciare addosso? Eh no eh..”
“Serè...il gioco funziona così, non devi per forza fare ciò che non ti piace o non ti va, dipende sempre da chi hai davanti e come si pone poi vedrai che tutto si appiana. Piuttosto portati sempre Arturo, il doberman di tua sorella che ama più te di lei, è un ottimo deterrente contro i malintenzionati”
“Eh si che dico a mia sorella, mi dai Arturo che devo scopare?”
“Ma no, a parte che cominci un paio di giorni alla settimana così vedi come va l’andazzo, poi vediamo...io ci sono sempre lo sai a darti stimoli e aiuti cervellotici”
E mi strizza l’occhio.
“E le foto?”
“Te le faccio io, meglio sembrino casalinghe, attraggono di più”
Qualche dubbio mi entra ancora nei cassettini della testa, un pò mi fa paura sta cosa: in casa da sola con un cane a ricevere sconosciuti.
Leo sembra leggermi nella testa.
“Tranquilla le prime volte sto nell’altra stanza, cosi ti senti più sicura”
“Ehhh quello mi taglia la gola e tu senti? Ma vai via va...”
“ Serena, provaci no? Che ti costa, manco devi prendere in affitto una casa apposita, approfitta di questa occasione. Prova fai sempre a tempo a smettere, ma secondo me non smetti”
“Baldracca tutta la vita? Bell’augurio, lo sai che sei proprio stronzo?”
“Va bene allora andiamo, fanculo a te e rimani nella merda senza lavoro e con la paura di invecchiare e che nessuno ti vuole. Sfrutta le tue potenzialità di femmina: cosa ti fa paura, farti sborrare in bocca? Prenderlo nel culo? Fare una sega ad uno sconosciuto? Perchè è questo che ti capiterà il più delle volte, fare seghe. Fissiamo una cifra di 300 euro l’ora e vedrai che già una selezione la fai, ti arriveranno signorotti danarosi a cui non gli tira quasi più, vogliono solo attenzioni femminili che la moglie non gli dà più e all’amante non piace più la ciccia molle. E poi ci sono gli extra.
“Extra?”
“E certo, se vuole concludere in bocca + tot, in faccia + tot, mettertelo nel culo + tot e per altro fai tu. Poi a prenderlo nel culo, ti eserciti e vedrai che andrà tutto bene. Ti abitui e poi sarà come bere un bicchiere d’acqua, un’abitudine è qualcosa che puoi fare senza pensare, il che spiega perché molti di noi ne hanno così tante.”
Cazzo è convincente Leo, lo è sempre stato.
“Proviamoci, i soldi mi servono”
“Brava, alla via cosi.”
E cosi cominciai la mia attività di p.... alla veneranda età di 51 anni.
Uscì l’annuncio la settimana dopo su siti di altre donne, per la maggior parte giovani e straniere, che ci facevo io in mezzo a loro?
Ci facevo quello che fanno le altre, la danno via per soldi facili.
Hai detto niente!
Cell nuovo e numero nuovo comperato da un marocchino, sim intetestata a un improbabile Kamal Abdelkabir
Leo mi fece delle foto davvero intriganti in intimo bianco per far risaltare la mia pelliccia...pelliccia...un praticello ma ben curato risaltante sulla coulotte bianca e trasparente, mi sono piaciute anche per quel modo di apparire mio flessuoso che ho sempre avuto.
Alemeno questo.
Arturo fu con me i primi tempi e poi mi presi un pastore belga nero in un centro di addestramento, lo chiamai Dick che poi è il cazzo in americano.
La prima telefonata fu un disastro, a volte davvero gli uomini non ci sanno fare, pensano che parlano con una p.... e si possono permettere di tutto e di più, che stronzi che sono.
“Buongiorno parlo con Serena?
Voce nasale poco gradevole.
“Si, ciao come ti chiami?”
“Il mio nome non ha importanza, che servizi offri?”
Sgrunt!
“Tu cosa vorresti io facessi per te?”
“Il culo e pisciata in faccia, si può?”
Chiusi la comunicazione all’istante, cazzo un po di savoir fare ed educazione no?
La seconda chiamata fu molto meglio.
“Ciao, sono Marco, sei Serena?”
“Si sono io, ciao Marco, come stai?”
“Bene grazie, mi chiedevo leggendo il tuo annuncio se potevano incontrarci per un’oretta di relax, il mio relax per te non so spero di si (risatina)”
“Certamente Marco, quando vorresti incontrarmi?
“Al mattino nelle prime ore se possibile, ma il tuo tempo a quanto ammonta per l’oretta (schiarita di voce ehm ehm)”
“3 fogli verdi più extra se li desideri, non sono fiscale sul tempo”
A quelle cifre come potrei, penso.
“Ma sei tutta naturale come si vede in foto spero...”
“Certamente, se non ti vado bene puoi andartene, non mi offendo mica sai...(e rido)”
“Va bene ma ho delle richieste particolare, al telefono non mi va di fare mercato, incontriamoci e ti espongo e tu decidi se ti va o meno, la quadra credo che la troveremo”
“Va benissimo, quando vuoi, dimmi tu “
“Domattina alle 8?”
Cazzo alle 8... mi devo svegliare almeno alle 6 per arrivare in ufficio in tempo da dove sto io.
“Ti aspetto...”
Comunico indirizzo.
Suona il citofono.
“Siiii...”
“Sono Marco, buongiorno”
“Ciao Marco, terzo piano”
Sento l’ascensore che sale e mi faccio trovare davanti alla porta.
Mi sono messa dei pantaloni bianchi molto aderenti e una camicia da uomo a righe azzurrine senza reggiseno, le mie tettone si muovono libere.
Mi appare questo signore sulla quarantina, ben vestito casual con una mazzo di tulipani bianchi, bellissimo e ben confezionato.
Ci presentiamo, battuta sul bianco da parte sua.
Lo faccio accomodare, offro un caffè con due biscottini che lui gradisce molto, stupito.
Mi guarda con cupidigia, sento di piacergli.
“Allora cosa vorresti da me, quali sono i tuoi desideri? Dimmi tutto dai..”
E’ un po imbarazzato ma non sa quanto lo sono io.
“Allora, ecco a me piace una massaggino, non pretendo professionale ma solo per cominciare a sentire...”
“E poi?”
“Non credo tu conosca Klixen, è una pornostar che fa dei lavori mi mano fantastici”
“Intendi una sega?”
“Ehm si si...”
“Va benissimo, mi diverte anche masturbare un uomo, senti vado là e preparo la camera, mentre aspetti qualche minuto, goditi il caffè con i biscotti. Nella caffettiera ce n’ ancora”
“Ok”
Vado in camera e mi precipito a vede qualcosa su questa Klixen, Accidenti è davvero brava, ho capito il gioco.
Torno in sala e dico...
“Vieni pure Marco, è il tuo momento”
Si spoglia e devo dire che non è niente male, aiuta questo e molto nell’approccio e poi emana un profumo gradevolessimo, sembra Sauvage.
Mi spoglio anche io riamanendo solo in coulotte e lui mi guarda da mezzo sdraiato sul letto, occhi fissi in mezzo alle mie gambe.
Mi piace esser guardata, come a tutte le donne anche se poche lo ammettono.
Si mette a pancia in giù.
“Girati pure cosi mi vedi”
Voce sorniona la mia, lo voglio far eccitare.
Si gira e mi guarda, mi guarda le tette.
Mi inginocchio dietro alla sua testa e comincio a gratticchiargli la testa, orecchi, accarezzo il viso e poi mi allungo e con le mani accarezzo il petto e comincio a scendere con le mani, contemporaneamente gli piazzo le tette in faccia.
Lui respira profondo, gli piace.
Poi passo il palmo della mano sui peli del suo cazzo un po barzotto e sulle palle. Reazione sincera di erezione ben sviluppata.
Questa tecnica di passare il palmo della mano o le dita sfiorando i peli me l’ha insegnata Leo, glielo fa il suo concubino.
Che effetto.
Mi giro e mi metto seduta tra le sue gambe e comincio un lentissimo lavoro di cincischiamento sul cazzo, palle e zone contigue.
Vado piano, vedo la cappella arrossarsi, lui non mi ha ancora toccato e non lo ha fatto mai se non una fugace carezza sulle tette.
Su e giù, avanti e indietro, strizza qui strizza la per una buona mezz’ora, ho interrotto il suo finale almeno 3 volte.
Schizz...mi ha preso alla sprovvista, uno mi arriva vicino alla bocca e il resto si spiaccica sulle tette con lui che gorgoglia ed emette un urlo liberatorio.
Poi mi guarda con un sorriso beato e felice, mi ringrazia, è emozionato.
“Non pensavo tu riuscissi sai, sei stata bravissima e paziente. Grazie”
“Mi sono divertita anche io a guardarti godere, vuoi fare altro?”
Ammicco lasciva.
“No grazie sto benissimo cosi, posso fare uan doccia per piacere?”
“Ma certo caro”
Mi alzo, gli dò una ultima strusciata di tette in faccia, rido e vado a preparagli il bagno con tutto il necessaire.
“Serena, hai una dote innata, usi le mani meglio della bocca”
Sorrido ma non rispondo.
Si riveste e mi consegna 2 fogli da 100 e 2 da 50.
Gli rendo un foglio da cento.
Lui rimane un po basito, come se non capisse.
“Va bene cosi” rispondo “torna a trovarmi, mi farà piacere” dico.
Ci salutiamo, lui tutto vestito e io sempre in coulotte, sulla porta gli prendo le mani e me le piazzo sulle tette.
“Strizza un pò cosi ti ricorderai meglio di me”
Ride e mi manipola un po la massa mammaria, piacevolmente colpito.
Questo il primo incontro e mi ricordo che pensai che se vanno tutti cosi, ho fatto bingo.
Non perchè gli ho fatto una sega ma per il modus operandi suo e anche mio. Non mi sono affatto sentita una p.....
Facendo la escort mi sono riscoperta donna, femmina, amante, confidente.
Fare questo lavoro mi piace, il gusto del proibito mi eccita, mi piace essere la trasgressione di uomini facoltosi che pagano un sacco di soldi per passare del tempo con me. Sono un lusso, una cosa bella e costosissima, un regalo solo per pochi eletti.