allora... eccoci con la NOTA AL TESTO.
Sinderina: versione schtrumpfiana di Cinderella/Cenerentola. non attestata ufficialmente altrove.
Mùffola: nome attribuito dall’autore al cagnolino di Sinderina. in italiano, tipo di guanto, tipicamente imbottito, caratterizzato da una forma a sacco che unisce le quattro dita lasciando indipendente soltanto il pollice.
Satèn: variante ortografica italianizzante di satin. il Satèn è un metodo classico nel quale la pressione della bottiglia deve essere, per disciplinare, inferiore a 5 bar e fornisce al vino un "gusto vellutato" e una "spuma setosa".
Bistrati: colorati, truccati col bistro - un pigmento bruno, usato in passato come cosmetico.
Sin City: saga a fumetti di Frank Miller, dal quale sono stati tratti un film ed un videogioco.
Educazione siberiana: romanzo di Nicolai Lilin, ora film diretto da Gabriele Salvatores.
Cunnilingus: DATY
“L’ano sembra una pupilla che fissa il sole”: allusione a l’”Ano solare” di Bataille, fondamentale testo sull’erotismo, pubblicato nel 1931.
Balò: versione schtrumpfiana di Balotelli. non attestata ufficialmente altrove.
Mula bandha: retrazione del perineo, antica tecnica yoga che tonifica tutta la muscolatura addominale e pelvica e dona al praticante un grande controllo sugli organi sessuali (NB: nel testo originale errore di ortografia).
Tumbler: bicchiere alto, cilindrico e molto solido.
Spasiba: grazie in russo.
monosillabi tra parentesi quadre [...]: sono ricavati dalla sillabazione del quarto “tuono verbale” del Finnegans Wake (1939) di James Joyce: “Bladyughfoulmoecklenburgwhurawhorascortastrumpapornanennykocksapastippatappatupperstrippuckp....ch”. secondo lo stesso Joyce, essi sono un omaggio alla Scienza Nuova di Giambattista Vico, dove i primi uomini, autentici giganti, immaginano i primi miti per confortarsi dai terrificanti ed incomprensibili tuoni. Joyce compose questi "tuoni verbali" assemblando a fini onomatopeici parole provenienti da decine di lingue diverse. Joyce associa a questo tuono il mito del meretricio. l’autore ha voluto con esso rappresentare lo stupore preverbale di fronte alla femmina che si offre al maschio.