Brevissimo ricordo di Anna e ultima mia rece.
L'ho sognata questa settimana al suo pied a terre in quel di Dalmine.
Esternandole la mia fuga dall'Italia, mi ha voluto dedicare più tempo e più coccole delle altre volte.
E così me la sono goduta nella sua interezza, dolcemente, amorevolmente e profondamente in ogni dove.
Ma è nel suo retro che ho posto maggior attenzione, anche per memorizzare nel tempo le sublimni sensazioni di essere dentro quel pertugio, sufficientemente largo per accogliere Sua (mia)Enormità, che, gonfio e rigido, l'ha letteralmente vangata in profondità, facendola sobbalzare, ansimare e rantolare, mentre con la mano si toccava l'intimità anteriore.
Ho voluto durare di più in quello splendido buchetto, alternandomi all'altro in una sorta di cambio e ricanbio continuo, assaporandomi la visione dell'orifizio aperto in occasione di ogni cambio.
Son venuto come un animale, in dogstyle, con le gambe strette attorno alla siua vita, le mani sui suoi seni coi capezzoli tra le dita, l'asta ben piantata dentro il buco, la mia bocca sulle sue orecchie e la mia voce che le urlava frasi oscene, che ella ha accettato passivamente e col sorriso sulle labbra.
Un litro di crema calda è andato.
Un lungo bacio, l'obolo versato (VU+30), l'ultima carezza e il nostro addio che ricorderò nelle mie notti insonni, da qui all'eternità.
Rag. Fantozzi.