Lo ammetto, sono incorreggibile.
Dopo aver vissuto due storie tra l’anno scorso e quest’anno, la prima con la tipa recensita di Rovato e la seconda con la donna che mi pugnalò alla schiena, ai primi dell’anno in corso ho avuto il coraggio di vivere una breve storia fatta di tre incontri con una terza donna, non profe e non pay (e questa volta proprio nemmeno un pay).
La conobbi a casa di un conoscente alla periferia della città, faceva la colf, una donna apparentemente insignificante originaria della Bolivia, piuttosto bassa, ma snella e proporzionata, con un sorriso talmente bello e due tette da paura che solo loro sarebbero bastate per girarsi a guardarla. La sua richiesta di trovar casa ad una sua amica e la mia offerta di farle occupare un appartamento che un amico affittava, ci mise nella condizione di incontrarci ancora.
Da una frequentazione asettica di lavoro ad un approfondimento più intimo ci volle poco ed infatti già dal nostro primo incontro le proposi di uscire a cena , cosa che lei accettò di buon grado.
La portai in un noto ristorante della bassa bergamasca dove già ero andato con altre girls .
Era vestiva con un abitino attillato che fasciava il suo corpo, palesando le sue forme; la gonna era sopra il ginocchio, il seno era evidente dalla scollatura a V e ai piedi indossava un paio di sandali senza calze, cosa che mi fece rabbrividire al pensiero del freddo , cosa che però lei sopportava senza problemi, abituata ai climi rigidi della sua città di origine.
Il primo incontro non fu particolarmente ricco di eccessi, dopo la cena ed un drink in un lounge bar in cui ebbi solo disponibile la sua mano, la riaccompagnai a casa sua , dove mi salutò con un bacio in punta di labbra e null’altro, al punto che dopo il saluto dissi a me stesso che forse non sarebbe valsa la pena di rincontrarla.
Invece no. Mi stupì la sua decisione il giorno dopo, quando ricevetti una sua chiamata con la quale mi annunciava che se avessi voluto mi avrebbe incontrato ancora di li a pochi giorni.
Fu così infatti che ci rivedemmo tre giorni dopo , una sera di sabato, in cui fu lei ad insistere di volermi portare fuori a cena . Era vestita apparentemente in modo più sobrio, con gonna lunga ma con un notevole spacco e i suoi immancabili sandali, questa volta trasparenti, con calze a rete.
Mi disse che mi avrebbe portato in un locale particolare ma che avremmo dovuto andare a Milano.
In mezzora di viaggio eravamo fuori da un ristorante, non distante da Piazzale Loreto, frequentato per la maggior parte da latini. Fu una serata simpatica, carica di verve, dove lei si lasciò andare più dell’altra volta , fors’anche per la notevole dose di alcool che assunse.
Uscimmo molto allegri , camminando a braccetto, ogni tanto dandoci qualche bacio abbastanza casto sulle labbra. Ma sarà stata la sua allegria, o la vista del suo corpo valorizzato dall’abbigliamento che indossava o non so che cosa che mi spinse d’un tratto a prenderla con la scusa di dirle una cosa e abbracciarla e baciarla con un bacio al limone , a cui rispose senza rifiuto alcuno, ma anzi…
A quel punto, come fosse scattata una molla, fu lei a decidere cosa avremmo fatto e , senza dir nulla, mi condusse a casa di una amica (quella che aveva bisogno di cambiar casa e doveva venire a Bergamo), che distava poca strada. Ci venne ad aprire la sua amica, un mezzo rospo che non so come aveva un fidanzato, che oltretutto era presente in quel momento; ci disse che stavano uscendo per andare a cena con altre persone e dato che noi eravamo appena rientrati dalla cena, ci lasciò casa sua, disponibile per “vedere la tv” .
Altro che Tv, appena la porta si chiuse alle loro spalle, la mi amica boliviana mi trascinò nella camera da letto dell’amica e, senza badare al letto disfatto ,mi spinse sopra, saltandomi addosso e limonandomi come un ossessa, roteando la sua lingua nel mio cavo orale . Di li a poco eravamo entrambi nudi a toccarci e a strofinarci e ad iniziare un amplesso che sarebbe durato tutta la sera.
Dai baci al limone passammo ad un sixtynine reciproco, per poi soffermarci singolarmente sulle nostre intimità, assaporando i nostri umori.
La sua yoni era profumata, malgrado il tempo trascorso in giro e reagiva molto bene ai miei colpi di lingua sul clito, che era esageratamente pronunciato, quasi fosse un piccolo cazzetto, che ebbi modo di spampinare, suggendo i liquidi prodotti.
Al suo turno invece dovetti insistere con la mano, costringendola ad ingoiarmi il cazzo, perché oltre la mezz’asta non andava, anche a rischio di conato.
La presa in rai 1 avvenne alla mission dopo una situazione tragicomica poiché ruppi ben tre condom su 4, in quanto erano tutti di piccola taglia rispetto alla mia esigenza.
Passammo poi a varie posizioni, concludendo in pecos, salvo un mio tentativo fallito di entrarle in rai 2, purtroppo bloccato dalla mano di lei che letteralmente lo estrasse per rimetterselo in rai1.
Devo dire che dovetti insistere non poco per evitare di far l’amore nature, poiché la tipa era convinta di volerlo fare senza; ma io è raro che mi lasci andare senza protezione, a meno che non sia una persona sicura e arcinota.
L’appagamento fu contornato dal riposo del guerriero nel letto e da un breve spuntino usufruendo del frigor dell’amica.
La serata proseguì poi con una breve passeggiata sui Navigli per poi rientrare a Bergamo, con una ultima breve sosta all’autogril di Brembate per i bisogni di necessità e per un ultima pompa che mi fece al parcheggio, in mezzo alle altre auto in sosta, con mio sommo ed ululante godimento .
Ci rivedemmo ancora la settimana successiva, un giorno feriale la sera . Andammo ad un cinema in centro città, ma non vedemmo quasi nulla del film (non ricordo nemmeno che cos’era). Prendemmo gli ultimi posti in alto per essere in miglior intimità e dato che la sala era semivuota ci divertimmo a toccarci, baciarci e giocare in santa pace . Riuscimmo anche a concludere un rapporto orale reciproco. Prima la feci venire io tra toccate di mano e i colpi di lingua al suo clito, riuscendo anche ad assistere ad una sua squirtata che bagnò i sedili davanti a noi (per fortuna vuoti in quel momento).
Dopo fu il mio turno e tra succhiate e spagnoleggiate mi fece venire direttamente nella sua bocca , con sommo piacere.
Ormai appagato da questa nuova frequentazione , mi ero fatto l’idea che finalmente avrei potuto avere un riferimento per le mie uscite, unendo l’utile al dilettevole, ovvero il divertimento col sesso, trovandomi bene con una partner abituale.
Purtroppo non fu così, perché i successivi tentativi di contatto furono vani, la ragazza non rispondeva più al telefono, fin quando, dopo quasi 10 giorni, mi richiamò lei stessa per dirrmi che dalla Bolivia era rientrato il suo fidanzato (cosa che non sapevo prima) con l’intenzione di riportarla in patria e sposarla.
Fantastico dissi e mentre esternavo i soliti convenevoli di rito, tornai a pensare che la sfiga è proprio davvero dietro l’angolo; ogni volta che pensi di raggiungere un obiettivo, c’è sempre (almeno per me) qualcosa o qualcuno che me lo mette sempre nel culo , per grazia di Dio in senso figurato, ma il dolore si sente sempre.
Una nota positiva di (magra) consolazione : in tutti e tre gli incontri, a parte il ristorante, il cinema, ecc. non lasciai alcun obolo alla girl; i nostri meeting erano stati conseguenza di una rara spontanea frequentazione.
E con questo episodio ho concluso le mie vicende recenti .
Potrei raccontarvi le mie avventure passate con non profe e non pay conosciute attraverso internet e annunci reciproci, ma risalgono ad almeno 5 o 6 anni fa, quando ancora non conoscevo il forum. Lascio a Voi ogni responso e curiosità eventuale.
A buone nuove.
Rag. Fantozzi