Postuma perchè i fatti accaddero nel 2005 o 2006
Nel mio vagabondare notturno, tipo chirottero, con gli ormoni a livelli di guardia e portafoglio in rosso fisso, mi imbatto in zona acqua acetosa di una monumentale bionda, giunonica, occhi chiari, fasciata in un cappotto nero sbottonato che lasciava intravedere corpetto ed autoreggenti a rete fitta, il tutto rigorosamente nero.
Mi pare che si chiamasse Ivonne e stazionava grosso modo all'incrocio con semaforo di fronte all'ingresso dello stadio.
La giovane estroflette il braccio e distende il primo dito (gesto volgarmente noto come "autostop"...) e, siccome io sono sfigato, ovviamente ero nella corsia in direzione opposta.
Valutato il livello di desiderio (che mi stava facendo già assaporare una miserrima auto-soddisfazione su internet a casa in solitudine), considerato che era tardissimo e dopo qualche ora dovevo andare a lavorare, preso atto che la tipa sembrava piacente e la mia soglia di filtraggio era comunque scarsissima, decido di fare inversione a U infrangendo 7 diversi articoli del Codice della Strada e mi accingo, manco fossi alla guida del Generale Lee in una puntata di Hazard (Bo e Luke...), a fare inversione con freno a mano e ruote che fischiano. Mi dirigo a manetta dalla bionda e, come da copione, un simpatico concorrente mi precede. Mi metto diligentemente in coda ad aspettare la sorte.
Lei paragona la utilitaria rugginosa del tizio e poi mi squadra, osservando attentamente il mio veicolo. All'epoca ero munito di una macchina cabrio con interni in pelle e soprattutto avevo svariati anni in meno...
La t-gatta fa un rapido conto ed essendo sopravvista di antitetanica valida, decide di salire nella mia coattomobile...
Ciao, piacere, come ti chiami, di dove sei, ma quanto sei alta, ma che bella mise hai stasera, ecc. ecc. e dopo 20 minuti di salamelecchi (solo salami per il momento, senza leccare nulla) mi dice che ha fame. Scatta il tramezzino con succo di frutta. Mi dice che vorrebbe anche qualcosa da portarsi a casa per dopo ed io, inebetito dalla rotondità e generosità dei meloni della signorina, chiudo la bocca, asciugo la bava e pago pure gli extra.
Ottimo social time, devo dire, mentre mi conduce a casa sua in zona parioli (non ricordo esattamente) e giunti fuori dal portone, proprio mentre già mi vedevo davanti alla TV DA SOLO a vedere le pubblicità dei telefoni erotici 144, mi fa: "sei stato gentilissimo, vuoi mangiare qualcosa con me a casa mia?".
Manco finisce la frase che già sono sceso e le ho aperto lo sportello. Ovviamente mentre scende le scruto con somma discrezione le gambe che, devo dire, mi intrigavano molto, soprattutto per la caviglia fina ed il decolleté... Naturalmente non mi sono fatto g di osservare il ministero degli interni che lei esponeva maliziosamente.
Entriamo nella stamberga, discreta privacy nonostante un condominio ai parioli, anche perchè si presume che a quell’ora la gente perbene dorma, piccola ma pulitissima, ordinatissima, profumata e piena di libri.
Continua il social time, manco ci conoscessimo da tre lustri, e mangiamo i tramezzini di cui sopra.
Poi mi prende e mi trascina al bagno, abluzioni rituali e mi denuda, mi butta sul letto e da quel momento la mia memoria si offusca a causa della quantità di testosterone in circolo che era superiore a quella del sangue.
Ottimo BJ protetto, spagnola magistrale (ti credo, con quel ben di Dio che si ritrova...) molto focosa e gentilissima...
Ricordo che ad un tratto lei era supina, io in ginocchio a gambe divaricate con il mio attrezzo nel cavo orale di lei e tenevo le mani al muro, quando alzo lo sguardo e realizzo che la parete è a specchio.. non so come ho fatto a non vederlo prima... la celestiale visione (tipo cinema 3D, maxischermo dolby surround) e l'audio con effetti speciali han fatto si che il mio amico piangesse nel suo sacchettino contenitivo un mare di lacrime. Lei apprezza molto e mi chiede di ricambiare il favore. E lì scatta il panico: e mo' che intenzioni ha? Mi prende come una bambola gonfiabile (nonostante la mia statura, ma anche lei è molto alta) e prova ad aprirmi il traforo del S. Gottardo in tutte le posizioni possibili, anche violando le leggi della fisica.
Siccome ero giovine ed inesperto, nonchè inviolato ed intimorito, ho opposto gentile resistenza psico-fisica, adducendo scuse plausibili del tipo che lei era troppo grande per il mio esile spazio disponibile, che ero stanco perchè lavoro in miniera, che la luna era crescente ed era giorno pari mentre "tenevo stretto" il prezioso bene su cui mi siedo.
Praticamente non stava ottenendo tangibili risultati, tipo come cercare di fare un foro nel cemento armato col trapano a mano e la punta in mollica di pane.
Lei, stufa di provare a vuoto, cambia repentinamente tattica e mi chiede di usare il suo Chupa-Chups come meglio credo. Al mio gentile rifiuto si rassegna: stavolta faccio appello alle reminiscenze liceali e, con somma fantasia, scattano la tonsillite, la paradontite, l'ascesso al premolare e il reflusso gastro-esofageo.
Lei disperata me lo parcheggia in mano e mi fa: "va beh, almeno una pippa la sai fare, no?"
Praticamente mi ha scatenato più sensi di colpa con quella frase che nemmeno se avessi scippato una vecchietta al mercato e - per farmi perdonare - mi prodigo in uno smanettamento ritmico alternato a movimenti tipo acceleratore di moto che lei gradisce molto. Mi aveva detto che molto probabilmente non sarebbe venuta ma invece, complice la mia lingua sui suoi capezzoli, si esibisce in un getto modello "Piccolo Diavolo" sulla sua silicon valley...
Contro-pulizie del caso, social time ottimo a seguire, mi racconta di tutto di più e parliamo piacevolmente per almeno un'ora con lei sempre ignuda, il che mi distrae molto e mi costringe a grossi sforzi di concentrazione per non rispondere a cavolo...
A un certo punto realizzo che è il caso di andar via perchè sennò me la sposo e comincio a realizzare che mi chiederà un fantastilione di dobloni ed io, da bravo pirla, non ho pattuito nulla in anticipo. Mentre mi rivesto già mi vedo sull'edizione dei quotidiani del mattino seguente nella cronaca nera, lei mi guarda divertita e mi saluta dicendo che mi accompagna al cancello.
Per uscire bisogna ripercorrere la rampa che porta ai garage e aprire a mano il cancello carrabile che non si comanda da casa. La rampa a salire ora mi sembra il K2 ed io un alpinista con l’asma. Arrivo su col fiatone, lei mi bacia, mi dà il numero e mi dice di chiamarla.
Prima che ci ripensi, ancorché inebetito e sorpreso, scappo tipo Speedy Gonzales e sgommo via.
L'ho chiamata in seguito, sono tornato altre volte, sempre tutto ottimo, piacevole (la trovavo simpatica e quasi colta) oltre che pulitissima, infoiata quanto basta e soprattutto talmente economica che gli unici esborsi sono stati un po' di tramezzini e qualche birra...
Lo rifarei molto volentieri, se la rivedessi...
PS scusate se mi sono dilungato…