Sono le 5,30 di mattina, ho appena staccato dal lavoro e passo in via dei due ponti. Becco un transone che rientra a casa: indubbiamente ha buon gusto, in quanto appena mi vede mi dice "Ehi bel ragazzo" e altrettanto sicuramente ha una formazione universitaria a indirizzo umanistico, dato che la frase successiva è "ti faccio un bel pompino"? Fisicamente è corpulento, diciamo pure sfatto, ma complice la notte di lavoro e la fisiologica erezione mattutina, mi abbandono alla scimmia e chiedo "quanto?". Mi risponde 20 e mi vieni in bocca, ribatto con poca convinzione che ho solo 5 euro e sto già ripartendo con la moto, invece mi dice va bene amore, va bene 5. Allettato dall'idea di una svuotata cim a prezzi da discount, accetto. Lascio la moto e la seguo lungo un tunnel che sale dietro i palazzi che affacciano sulla via principale, inerpicandosi in un dedalo di stradine che portano ad un nuovo agglomerato di case, in un improbabile piano di architettura urbanistica che sembra partorito dalla geniale mente di Escher nelle sue disorientanti ed impossibili prospettive. Dopo aver scarpinato per circa trecento metri ed aver incrociato lo sguardo severo di una colf filippina e di un anziano signore a spasso con il cane, che mi hanno squadrato con occhiate sprezzanti, arriviamo al classico palazzo-alveare di scannatoi, ed entriamo nella sua celletta. Ambiente disordinato, ingresso/cucina, separato da un'altra stanza da una tenda. Chiedo se ci sia qualcuno, mi risponde che no, è da sola, e potrei anche crederci se non fosse che dall'altra parte del telo arriva un sommesso russare... Vabbè, ormai ci sto, verso l'obolo che subito mette in borsa. Dalla stessa borsa estrae una bottiglietta di acqua, in plastica, di quella marca che fa fare tanta plin-plin, e mi chiede, stappandola, se voglio un sorso di birra... Alle 5,30 di mattina!! Prima che possa riprendermi e rispondere si è già inginocchiata e, aperti i pantaloni, lo sta succhiando con gusto. Se non fossi ancora scioccato dal l'odore di birra direi che ciuccia niente male, dedicando leccate anche ai gioielli. Prosegue nell'opera, degnamente eseguita, fino alla naturale ed ineluttabile conclusione, con un cim e successivo ingoio che, come direbbe Chef Rubio, co' na biretta è la morte sua... Gentilissima mi offre salviette umidificate per detergere l'uccello, che non so perché mi fa venire in mente la ricetta della quaglia alla Peroni... Esco e me ne vado, devo quasi mettere il navigatore per ritrovare la moto facendo a ritroso il percorso quantomeno intricato per giungere ivi ove consumai il misfatto. Mi sto ancora vergognando per quanto appena raccontato, ma volevo comunque rendervi partecipi dell'esperienza. Non ho preso il numero di telefono, benché mi fosse stato offerto, quindi non posso dare altri riferimenti che la zona dell'incontro, tra il supermercato dal concessionaria di automobili.