Si può scrivere una recensione senza nominare la protagonista? Narrare solo i fatti, cercando di essere sinceri. Forse posso provarci. E se qualcuno mi chiederà chi è Miss X, risponderò che è una ragazza come tante, così come la storia che mi ha raccontato. Ciò che la rende diversa ai miei occhi, è che a scelto di raccontarla proprio a me. Pertanto, neppure sotto tortura rivelerò chi è.
Che senso ha, allora, recensire una pay senza nome? Che senso, raccontare qualcosa che non potrà servire a chi leggerà? Beh... forse un senso c’è l'ha, o almeno confido che qualcuno possa trovarlo. Poiché questo forum non è solo un luogo per scambiare informazioni, ma anche un punto d’incontro di anime diverse tra loro, unite dalla stessa passione. E condividere una esperienza reale, per una volta, forse, è più importante di una sigla, di un rate, o di un nome.
Distesi sul letto, come due pugili dopo l’incontro, esausti e svuotati. C’è spazio per una sigaretta, mentre lo stereo ci regala un’inaspettata Electrical Storm degli U2. Lei comincia a parlare quasi senza parole, ed è un silenzio che fa rumore. Parla combattendo con sé stessa, finché non trova il coraggio per dire addio alla sua corazza.
X – “Non posso scoprirmi con tutti, ho un'anima da difendere, e il cuore che ha pagato prezzi altissimi. – Guarda la sigaretta e sorride. – Lo sai? mi dico addio ogni notte, poi al mattino c’è sempre un giorno che mi sorride, anche se non ho uno scopo, non ho un futuro. Eppure il futuro ce l’ho in tasca, tra la carta della caramella e qualche scontrino: il futuro è dentro i miei occhi, mentre guardo il mondo. Anche quando la gente parla, ma non sente. Mi dico che è tutto ok, e cammino. Non ho scarpe comode (mi indica il suo tacco 12), ma spero in un buon domani.”
Stan – “Perché fai questo lavoro X..?”
X – “Non c’è una risposta. Forse è una questione di carattere. Quelle come me non tradiscono mai, come potrebbero? Quelle come me le puoi comprare per pochi soldi, ma hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare. Niente per me è sottotono, niente è superficiale o scontato. Non le amiche, non la famiglia, non gli amori che non ho mai voluto, che non ho mai cercato. Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne senza. Quelle come me donano l'anima per un’ora. E per qualcuno è come una goccia d'acqua nel deserto.”
Stan – “Immagino non sia così semplice...”
X – “Penso a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stata zitta per paura di non essere capita. Rimpiango gli obiettivi che ho abbandonato, perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una p....: ci sono dei momenti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha.” – sorride.
Stan – “Lo sai? riesci a dire cose dolorose, senza dare l’impressione di soffrire...”
X – “Il dolore oscura la mente e ti consegna al nulla. Il dolore non ha occhi, non ha mani, non ha domani. Il dolore ha soltanto il profumo dell'assenza. Il dolore ha il colore di un persona e di questa vita, p.... come me.” – ride, poi prosegue. – “Sai, di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai. Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono, ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore. Questo mi dà una forza da leone. Una forza che non mi fa avere paura di nulla.”
La guardo, e mi sembra di percepire un po’ di quella forza. “E’ bello sentirtelo dire...”
X – “Avevo voglia di dirmelo da sola.” Accende un’altra sigaretta. – “L’amica che vive con me non ama questi discorsi, e non è facile trovare un cliente che sa ascoltare. A volte avrei voglia di parlare ma le parole... quelle... mi rimangono impigliate dentro. E poi ho paura quando mi rivelo...”
Stan – “Io no. E sai perché? Sono un foglio di carta bianca che aspetta di essere scritto. E poi si dilegua nel nulla...” Ora sorrido anch’io.
X – “Così è perfetto! ...ma sembra una frase da Baci Perugina.”
Stan – “A proposito di baci... lo sai che tu baci davvero bene...”
X – “Baciare fa parte del mio lavoro, ma se nasce un senso di intimità reciproca è più semplice. Ogni donna sa da cosa è attratta: io personalmente so che se un uomo non mi colpisce nei primi due minuti di conversazione non ci riuscirà più. Poche frasi per giocare a freccette con la mia curiosità, chiedo solo questo. Uno che mi faccia sorridere. La simpatia ce l'hanno anche gli idioti, l'educazione si può tranquillamente fingere, ma la chimica non si può simulare se non è reale.”
Stan – “Lo prendo per un complimento, allora...”
X – “Sicuramente sei un tipo che sa ascoltare. E questa è una qualità. Le nostre parole non sono mai sprecate, semmai non arrivano sempre dritte a un cuore. Se non arrivano dritte a un cuore non sono sbagliate le nostre parole, è sbagliata la destinazione."
X spegne la sigaretta e si riveste. La sua espressione enigmatica sembra ricordarti che se la vita è carogna non importa: una ragione buona per sorridere la trovi comunque. Lei è un tipo così. Ed è carina, questo bisogna dirlo. Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle. Più semplice. Ma ha qualcosa che ti accalappia, niente da dire, ce l’ha. Come una specie di limpidezza, di trasparenza. E’ quel tipo di ragazza che quando ce l’hai tra le braccia, sai che lei è lì, proprio tra le tue braccia e da nessun'altra parte. Non so se avete presente. E’ una cosa rara. E bellissima, nel suo genere.